La rabbia è un’emozione ovviamente molto presente all’interno delle relazioni di coppia conflittuali o in crisi o, ancora, all’interno di una terapia di coppia. Per carattere, cultura, o anche solo per timore, siamo spesso portati a temere questa emozione. Per ovvi motivi, chi inizia una terapia di coppia, prima o poi, si troverà di fronte o immerso all’interno di questa emozione. Propongo quindi tre piccoli passi per, come dico spesso, dare cittadinanza anche a questa emozione.
PRIMO PASSO: LA RABBIA NELLA TERAPIA DI COPPIA. Spesso quindi, da terapeuta di coppia, il primo passaggio che propongo all’interno di una terapia di coppia è quello dì non spaventarsi.
SECONDO PASSO: LA RABBIA DA NON TEMERE. Di cosa non spaventarsi? Della rabbia, di questa emozione, e della possibilità di parlarne, di viverla, di comprenderla. Insomma, tutto, tranne il categorizzarla come un’emozione negativa, o da temere, o da espellere.
TERZO PASSO: FACCIAMOCI QUALCHE (GIUSTA) DOMANDA. Il terzo passaggio all’interno di una terapia di coppia, è quello dell’iniziare a dialogare con questa rabbia. Possiamo poi iniziare a porci domande che servono a bloccare o invalidare la nostra esperienza di rabbia. Eccone alcune, credo, interessanti,:
La mia rabbia legittima?
Ho il diritto di essere arrabbiata/o”
Queste due tipologie di domande possono essere ottimi modi di mettere a tacere noi stessi e chiudendo la nostra rabbia. Diciamolo quindi chiaramente: non è questo l’obiettivo! Il vero obiettivo è mettersi in dialogo con la nostra rabbia.
La rabbia non è né legittima né illegittima, la rabbia è. Come qualsiasi emozione, dobbiamo prenderla per un dato che c’è. Chiedersi ‘”la mia rabbia è legittima?” È simile a chiedersi, “Ho un diritto di avere sete?
La rabbia è qualcosa che sentiamo. Essa esiste per una ragione e merita sempre il nostro rispetto e attenzione. Abbiamo tutti il diritto di tutto ciò che sentiamo, e certamente la nostra rabbia non fa eccezione. Ma se senti la rabbia segnala un problema, sfogando la rabbia non risolverlo.
TERZO PASSO BIS: LE DOMANDE PIU’ UTILI: Viste le domande che rischiano di bloccarci, ecco quindi alcune domande che spesso rivolgo a chi svolge una terapia di coppia, ma che credo possano essere utile per chiunque abbia a che fare con la rabbia:
“Che cosa sono io veramente arrabbiato?”
“Qual è il problema, e il cui problema è?”
“Come posso capire chi è responsabile di cosa?” “Come posso imparare ad esprimere la mia rabbia?”
“Quando mi sono arrabbiato, come posso comunicare con chiarezza la mia posizione senza diventare difensiva o attaccare?”
“Che rischi corro se diventassi più chiara/o e più assertivo nell’esprimere la mia rabbia?“
“Se arrabbiarsi non funziona per me, cosa posso fare in modo diverso?”
Queste sono domande non con l’obiettivo di sbarazzarsi della nostra rabbia o dubitare della sua validità, ma per ottenere maggiore chiarezza sulle sue fonti e poi imparare a prendere una nuova e diversa direzione.
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